24/04/2024

AUTORIDURRE LE BOLLETTE DELL’ACQUA PER DIFENDERE IL RISULTATO DEL REFERENDUM E’GIUSTO

Il Consiglio di stato conferma con il suo parere l’illeggitimità della formulazione delle bollette La recente sentenza del Consiglio di Stato conferma quanto i comitati affermano da tempo: nelle bollette viene trattenuta illegittimamente la quota di remunerazione del capitale investito eliminata dal referendum. Dal luglio 2011 questa quota andava abolita! Subito dopo il risultato referendario che ha dimostrato l’ampia volontà dei cittadini italiani di eliminare i profitti e il mercato dalla gestione del servizio idrico, e’ partita una mobilitazione volta a concretizzare questo risultato, contro i tentativi di privatizzazione strisciante dell’acqua come a Padova la scelta, presa senza consultare la città, della fusione di Acegas Aps con Hera. Di fronte alla costante illegittimità rappresentata dal mantenimento della quota di remunerazione del capitale investito anche a Padova è iniziata l’autoriduzione delle bollette, così come in tutta Italia, con la convinzione che il risultato dei referendum andava difeso in prima persona con la Campagna d’obbedienza civile. La situazione in cui oggi ci troviamo con i tentativi dell’Autority dell’Energia di modellare una tariffa transitoria che faccia rientrare dalla finestra quello che il referendum ha cancellato e cioè i profitti garantiti sull’acqua, diventa ancora più grave di fronte al parere del Consiglio di stato. Invitiamo tutti i cittadini ad autoridurre le bollette dell’acqua fin da subito e a richiedere a gran voce il rimborso di tutto quello che c’è stato illegalmente trattenuto.

Ricordiamo che sono attivi a Padova gli sportelli dove è possibile praticare l’autoriduzione delle bollette:

martedì dalle 17.00 alle 19.00 presso ADL-Cobas Viale Cavallotti

dal lunedì al venerdì dalle ore 12.30 alle 15.00 presso Altragricoltura Corso Austrialia 61

mercoledì dalle 18.30 alle 20.00 presso Sportello Sociale Rifondazione ViaBettella 2

Comitato provinciale due Sì per l’acqua bene comune